19 Ott EMDR: una tecnica per elaborare i Traumi psicologici
L’EMDR (eyes movement desensitation and reprocessing) è una tecnica psicoterapeutica relativamente nuova per l’Italia, elaborata nel 1987 dalla psicologa nord americana Francine Shapiro (F. Shapiro, 2000, “EMDR: desensibilizzazione e rielaborazione attraverso i movimenti oculari”, McGraw-Hill, Milano).
La Shapiro, ricercatrice presso la Mental Research Institute di Palo Alto in California, scoprì che alcuni tipi di stimolazione bilaterale esterna (i movimenti oculari che vengono prodotti in un paziente invitandolo e seguire il movimento della mano del terapeuta o i tamburellamenti destro/sinistro sulle mani o sulle spalle) potevano aiutare efficacemente una persona a superare un evento traumatico o emotivamente disturbante, riducendo l’impatto emotivo di determinati pensieri negativi o di esperienze vissute.
Pensare ad un evento traumatico mentre contemporaneamente si eseguono determinati movimenti oculari genera l’effetto di riprendere o accelerare l’elaborazione delle informazioni contenute nel cervello relative ad un determinato trauma. Trattasi di un processo neurofisiologico naturale, legato all’elaborazione accelerata dell’informazione.
L’approccio EMDR affronta un evento disturbante in modo olistico, cioè nelle sue componenti comportamentali, cognitive, interpersonali, emozionali e corporee. Ciò è molto utile ed importante, perché alla base di molti problemi psicologici ci sono esperienze negative o francamente traumatiche.
La patologia psichica è vista come informazione immagazzinata in modo disfunzionale e si ipotizza che ci sia una componente fisiologica in ogni disturbo o disagio psicologico. Quando una persona subisce un evento traumatico viene disturbato l’ equilibrio eccitatorio/inibitorio necessario per l’elaborazione dell’informazione. Questo provoca un “congelamento” dell’informazione nella stessa forma ansiogena con cui è stato vissuto, cosicché l’informazione “congelata” all’interno delle reti neurali non può essere elaborata naturalmente.
Continua quindi a provocare – direttamente o come concausa – varie patologie come il disturbo da stress post traumatico, l’attacco di panico con o senza agorafobia, le fobie specifiche (ascensore, aereo, animali come cani serpenti, ecc. ), le fobie sociali, l’ansia generalizzata, l’ipocondria, le depressioni, i disturbi del comportamento alimentare, i disturbi da uso di sostanze (droghe illegali e legali), i disturbi sessuali, i disturbi dissociativi e di personalità, i disturbi da dimorfismo corporeo (preoccupazione riguardante un difetto presunto o sopravvalutato dell’aspetto fisico).
L’EMDR viene sempre utilizzato ad integrazione di altri tipi di psicoterapia, dalla psicoanalisi al terapia cognitivo-comportamentale. E’ indicato per piccoli/grandi traumi subiti nell’età dello sviluppo, eventi stressanti nell’ambito delle esperienze comuni (lutto, malattia cronica, perdite finanziarie, conflitti coniugali, bullismo, abbandoni, ecc. ), eventi stressanti al di fuori dell’esperienza umana consueta quali disastri naturali (terremoti, inondazioni) o disastri provocati dall’uomo (incidenti gravi, torture, violenza fisica e/o sessuale), ansia da prestazioni sul lavoro o a scuola o nello sport o nello spettacolo.
Cosa avviene praticamente nelle sedute EMDR?
Durante il percorso terapeutico integrato con EMDR il terapeuta lavora insieme al paziente per identificare il problema o i problemi che gli creano disagio. Utilizzando un approccio strutturato guida la persona nella descrizione dell’evento avverso/traumatico e dei suoi aspetti disfunzionali, aiutandolo a scegliere gli elementi disturbanti più importanti.
Viene chiesto al paziente quali pensieri o convinzioni ha in mente mentre richiama l’aspetto peggiore o più disturbante dell’evento. Il terapeuta stimola l’elaborazione mediante movimenti guidati degli occhi, o altre stimolazioni bilaterali degli emisferi cerebrali. Durante i movimenti oculari il paziente rivive vari elementi del ricordo o di altri ricordi ad esso associati e ad intervalli regolari il terapeuta interrompe i movimenti oculari per accertarsi che la persona elabori adeguatamente, facilitando il processo e prendendo decisioni cliniche sulla direzione dell’intervento. L’obiettivo è quello di far elaborare rapidamente le informazioni relative all’esperienza negativa/ traumatica fino alla sua “risoluzione adattiva” .
La persona può provare intense emozioni durante l’EMDR, ma al termine della seduta la maggior parte delle persone riferisce di “stare meglio” constatando una notevole riduzione nel livello di disturbo associato all’esperienza traumatica. Il miglioramento è legato ad una riduzione della sintomatologia nonché ad un cambiamento delle convinzioni negative della persona versus quelle positive.
L’EMDR è una tecnica apparentemente facile ma funziona efficacemente solo se il terapeuta è adeguatamente e continuamente formato ed aggiornato. Un terapeuta mediocre che apprende l’EMDR resterà sempre un terapeuta mediocre, allo stesso modo in cui una autista mediocre alla guida di una Ferrari resterà sempre un autista mediocre.
Negli ultimi 20 anni è stato realizzato un grande lavoro di ricerca e di sperimentazione per validare l’EMDR come metodo terapeutico efficace dal punto di vista scientifico e questa validazione è arrivata da due fonti: l’American Psychological Association e l’International Society for Traumatic Stress Studies.
A livello mondiale, la formazione in EMDR viene organizzata e regolamentata dell’EMDR Institute, con sede in California. Questo istituto garantisce che la formazione venga effettuata con elevati stardard di qualità scientifica.
In Italia la formazione autorizzata dall’EMDR Institute, è organizzata dall’Associazione EMDR Italia, con sede a Milano.
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Dott.ssa Loredana Tromboni Psicologa Psicoterapeuta Psicoanalista Specialista in Psicologia Clinica
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