25 Mar Consultazione Psicologica Breve
La consultazione psicologica ad orientamento psicodinamico consiste in un intervento breve, in genere tre colloqui ma anche un solo colloquio può bastare a sbloccare l’empasse in cui la persona si trova. La consultazione psicologica breve è uno spazio di riflessione guidata, un momento di chiarificazione in cui poter discriminare e mettere a fuoco i propri desideri e le proprie paure. È uno spazio di potenzialità in cui far emergere le risorse interne del paziente per farlo ripartire . Ha quindi una propria valenza curativa.
E’ indicato quando una persona:
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desidera un parere su un problema psicologico specifico
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si trova ad una svolta della vita ma non riesce a decidere quale direzione prendere. Magari la decisione giusta è già dentro di lei ma non ha il coraggio di portarla avanti.
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ha bisogno di condividere con un “estraneo esperto” un segreto scomodo oppure un’esperienza emotivamente shoccante
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desidera avere un primo contatto esplorativo per capire se quel professionista, scelto sulla base delle sue competenze ed esperienza, le ispira abbastanza fiducia per intraprendere una psicoterapia
Ecco qualche esempio tratto dalla mia esperienza clinica (i nomi ovviamente sono di fantasia):
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Andrea è un manager quarantenne. Mi chiede un colloquio urgente perchè la donna con cui da pochi mesi ha una relazione è incinta. Lei vuole tenere il bambino anche da sola. Lui non sa che cosa vuole fare. E’ innamorato ma non si fida perchè si conoscono da poco e lui non si è ancora lasciato alle spalle una convivenza fallita. “Ho sempre desiderato diventare padre ma non così, ma non adesso, non con una che conosco appena!” . Il bambino è mio figlio…. Ma non posso obbligarla a interrompere la gravidanza…le sembra giusto?” . Ad un certo punto emerge un ricordo, un evento che aveva quasi dimenticato: all’epoca del liceo la sua ragazzina di allora era rimasta incinta. Decisero di abortire di comune accordo. Poi le loro strade si divisero. Ma dentro di lui era rimasta una sensazione indefinita ma sgradevole. No non vuole più riprovarla. La vita gli sta offrendo un’opportunità che forse non avrà più. Il terzo ed ultimo colloquio viene effettuato con la coppia.
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Cinzia ha 25 anni , si è laureata più di un anno fa finora non è riuscita a non riesce a trovare un lavoro serio. Mi contatta perchè le è stata offerta un’opportunità insperata: un lavoro all’estero nel settore e con la mansione perfetta per lei. “Dovrei essere contenta e lo sono… però mi vengono tanti dubbi, incertezze , ho paura ma non so di che cosa”. I genitori sono d’accordo. Al momento non è fidanzata . A Londra ci sono amici italiani che la stanno aspettando. Allora dove sta il problema?Cinzia ha il terrore che se abbandona la sua casa possa succedere qualcosa …qualcosa di cui non è completamente consapevole. Poi la sua paura diventa chiara “Non posso lasciare da soli i miei genitori…chissà cosa combinano”. I genitori da sempre hanno un rapporto conflittuale. Fin da bambina Cinzia ha assistito a litigi più o meno violenti con reciproche minacce di separazione, peraltro mai messe in atto. Lei ha sempre cercato di fare da paciere e da confidente ora dell’una ora dell’altro, ricavandone sentimenti di impotenza e di colpa . Alla luce di questo, la sua partenza assume una valenza completamente diversa: il suo allontanamento dalla famiglia non è solo un’opportunità per la sua carriera, ma anche per la sua crescita perchè finalmente può rompere il cordone ombelicale che ancora la lega ai genitori. Finalmente Cinzia è consapevole che lei non deve più sentirsi responsabile della vita dei suoi genitori. Non vuole più essere messa in mezzo alla loro infinita diatriba! Soprattutto è consapevole che lei non ha il potere di rendere la loro vita più serena. Cinzia arriva raggiante al terzo colloquio mostrandomi il biglietto per Londra. Partirà a giorni. E’ riuscita a parlare con i suoi genitori comunicando loro che da oggi vuole fare solo la figlia non più la loro consulente matrimoniale o la loro psicologa! Dice che sembrano aver capito. Chissà se è vero… però la cosa importante è che abbia capito lei. Concludiamo con qualche indicazione pratica, ad esempio che i genitori potranno telefonare solo per sapere come sta e non per buttarle addosso i loro problemi. Ci salutiamo con l’accordo che mi contatterà on line per tenermi aggiornata sull’andamento della situazione.
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Daniele ha circa 30 anni. Parla tenendo la testa bassa ed un tono di voce quasi irritato. Mi racconta che gli è successa una cosa inspiegabile che mai avrebbe pensato potesse succedere proprio a lui. Dopo anni ha rivisto un vecchio amico. Dopo cena, forse avevano bevuto troppo, lui ha cominciato a fargli delle avances , si sono scambiati delle effusioni fino ad arrivare ad avere un rapporto sessuale completo. Daniele non vuole più rivederlo ma continua a pensare a lui e a rivivere le scene di quella sera. Ammette che i momenti di intimità con la moglie sono sempre stati pochi e poco soddisfacenti. Prima del matrimonio non aveva avuto altre esperienze sessuali. Le sensazioni provate con l’amico l’hanno sconvolto, ma le sue convinzioni religiose non gli permettono di soffermarsi e dare un senso a tutto questo. Cerco di tranquillizzarlo invitandolo a prendersi del tempo per scandagliare quello che sta succedendo fuori e dentro di lui. Concordiamo un secondo colloquio. Il giorno prima mi telefona per annullarle l’incontro senza darmi alcuna spiegazione. Dopo oltre un anno mi contatta perchè sta male ( attacchi di panico e cefalea psicosomatica). Iniziamo un percorso di psicoterapia.
Se stai attraversando un momento di empasse e non riesci ad uscirne puoi chiedere aiuto alla dott.ssa Loredana Tromboni Psicologo Psicoterapeuta Psicoanalista a Monza e Desio loredana.tromboni1@gmail.com Tel. 347 3301128