30 Apr CASO CLINICO MENOPAUSA
CASO CLINICO MENOPAUSA: LA STORIA DI ANNA
Caso clinico menopausa: Anna è una cinquantenne apparentemente energica e dai modi sbrigativi, che contrasta con lo sguardo spento e spaurito. Tra un singhiozzo e l’altro si presenta così:
Non ce la faccio più di notte non dormo mi giro e mi rigiro vedo tutto nero improvvisamente scoppio a piangere…sono sempre agitata il cuore mi batte all’impazzata … mi arrabbio per niente. Cosa dice Lei? Anche lei pensa che sia la menopausa? Ma ormai sono passati tre anni .. Prendo le gocce di…per dormire.. ma anche di giorno due tre volte. Quando sono agitata ne prendo 30. Ho paura che poi non posso più farne a meno. Lei cosa dice? Il mio medico mi ha detto che dovrei andare da uno psichiatra perché lui non può prescrivermi l’antidepressivo…
Mia figlia invece mi ha mandato qui… lei dice che ho bisogno dello psicologo perché… non mi sopporta più. Mio marito lasciamo perdere…torna tardi mangia e poi si mette a lavorare al computer. Il sabato ha il tennis… Quando mi vede piangere fa finta di ascoltare i miei problemi ma si vede che lo irrito…non parliamo più da anni… il sesso poi …meglio lasciar perdere.
CASO CLINICO MENOPAUSA: LA RICHIESTA DI AIUTO
Nei colloqui successivi constatiamo che la richiesta d’aiuto psicologico, anche se è partita dalla figlia, è un suo proprio desiderio. Racconta di non essere mai stata felice e di essersi sempre sentita inferiore agli altri. Fin da bambina – pur essendo carina e sempre ben vestita – si sentiva goffa, impacciata e sempre in debito verso tutti. Da ragazza invidiava le amiche che erano più spigliate ed erano invitate a tutte le feste. Lei stava sempre in disparte perché non aveva mai delle “idee sue”.
E’ cresciuta “senza guida”. Ricorda crisi improvvise e senza causa apparente, da cui è sempre uscita da sola con la “forza di volontà”. Queste crisi erano contraddistinte da totale sfiducia in se stessa e nella vita, fino ad arrivare a desiderare di morire.
CASO CLINICO MENOPAUSA: AFFIORANO I RICORDI
Mettendo insieme i pezzi scopriamo che le crisi erano sempre collegate a eventi avversi o traumatici, che Anna aveva “dimenticato” perché troppo dolorosi. La prima risale a quando aveva otto/nove anni: improvvisamente ha cominciato ad andare male a scuola, ricorda di essere stata sottoposta a snervanti visite neurologiche e test psicometrici. Con stupore ricorda che proprio in quel periodo il papà se n’era andato di casa all’improvviso. Vedeva la mamma piangere di nascosto e i musi lunghi di nonni e zii, ma tutti le dicevano “stai tranquilla il papà è andato a lavorare all’estero e tra un mese torna”. Il padre è ritornato in seno alla famiglia ma dopo qualche anno di assenza. Al suo ritorno tutto è ripreso come se niente fosse successo. In casa non si è mai parlato di quei lunghi anni di assenza e del perché se ne fosse andato. I genitori sviavano sempre il discorso. Poi Anna ha smesso di fare domande. Gli anni sono passati senza un chiarimento e il viso della mamma è rimasto immutato: “triste ed austero” fino alla morte, avvenuta alcuni anni prima.
L’entrata in menopausa con l’imminente uscita di casa anche della figlia minore ed il lutto della mamma (non elaborato e inelaborabile a causa della comprensibile conflittualità del loro rapporto) hanno smantellato quelle sicurezze che in passato le avevano permesso di superare – non senza pesanti strascichi – le fasi critiche.
CASO CLINICO MENOPAUSA: L’INIZIO DELLA PSICOTERAPIA
Anna concorda con questa ricostruzione e le sorge il dubbio di avere pagato un prezzo troppo alto per le conseguenze di eventi avversi di cui non era responsabile , avvenuti sia nell’infanzia che nell’adolescenza. Adesso vorrebbe recuperare il tempo perduto, liberarsi del passato, diventare finalmente padrona della sua vita e delle sue scelte. Concordiamo di iniziare una psicoterapia a sedute settimanali con l’obiettivo centrale di ricostruire la sua sicurezza di base. Sicurezza che è stata distrutta dalle bugie e dalle reticenze degli adulti. Senza sicurezza di base non può esserci fiducia in se stessi e negli altri.
Nell’esame di questo caso clinico menopausa, non potendo addentrarmi nei dettagli del percorso terapeutico, sintetizzo che la psicoterapia si è snodata intorno alla presa di coscienza di Anna – avvenuta per gradi e non senza dolore – che tutta la sua vita (studio, lavoro, matrimonio, figli) è stata condizionato dalla convinzione di non avere valore, di essere sbagliata, di non meritare di essere amata nonché dai conseguenti sentimenti di colpa e di vergogna.
CASO CLINICO MENOPAUSA: DOPO UN ANNO
A distanza di un anno di lavoro, siamo a buon punto nella composizione del puzzle della sua vita, nel miglioramento dell’autostima e nella risoluzione dei suoi problemi attuali. Anna è più serena e sicura di sé e gli altri la trattano con più rispetto. Ha scoperto di avere risorse e potenzialità che prima non immaginava. Sta cercando di rientrare nel mondo del lavoro.
La psicoterapia non ha ancora esaurito il suo compito e alcuni nodi critici necessitano di ulteriore approfondimento ed elaborazione. Ma siamo entrambe ottimiste e fiduciose di raggiungere presto il traguardo.
Puoi trovare qui informazioni più specifiche sugli aspetti psicologici femminili connessi alla menopausa