14 Feb Rottura di una relazione e perdita di un amore
Molte persone mi chiedono aiuto in seguito alla rottura di una relazione d’amore. L’abbandono o la separazione è una tra le esperienze più drammatiche che più o meno tutti abbiamo vissuto almeno una volta.
Anche a distanza di molti anni e pur non avendo rimpianti su come andarono le cose, rimane nell’archivio dei brutti ricordi.
Se l’esperienza dell’abbandono non è adeguatamente affrontata ed elaborata , diventa un vulnus permanente che mina la nostra immagine interna e ci impedisce di evolvere .
Basta non ti amo più!
Che cosa succede quando la persona amata ci dice questo con le parole o con il comportamento?
Per tutti la fine di una relazione causa un dolore che sembra intollerabile. La: viviamo come se si trattasse della morte simbolica di colui o colei che rappresenta la nostra vita stessa. . Crediamo che tutto sia perduto, che il mondo ci sia crollato addosso.
Ci guardiamo intorno e ci sembra incredibile che la vita fuori di noi scorra uguale mentre dentro di noi è lo sconquasso totale. Ci ritroviamo senza punti di riferimento. Pensiamo che non riusciremo più ad amare.
Sentiamo un grande vuoto e viviamo un profondo senso di fallimento anche quando la relazione non andava bene , ed era fonte di malumori, delusioni, tradimenti. Le criticità e le ombre scompaiono dalla mente oppure vengono negate o minimizzate e l’amato ci appare in una luce idealizzata.
Le affermazioni ricorrenti sono:
• Il tempo passa ma il dolore non se ne va
• Perchè proprio a me? Non mi merito questo
• Non posso accettarlo
• La colpa è tutta mia. Forse ho sbagliato a….?
• Non riuscirò mai più ad innamorarmi
La fine di una relazione è a tutti gli effetti una perdita. L’uomo o la donna su cui avevamo riposto le attese e le speranze del presente e del futuro, lasciandoci ha tradito il nostro patto. E’ la morte di un mondo, di un progetto di vita, di un sogno.
Pertanto, il percorso di elaborazione della perdita rispecchia le fasi del lutto , cioè l’attraversamento di tutti i passaggi necessari per superare la morte di una persona cara (incredulità/negazione, lotta, disperazione, consapevolezza, accettazione). Alle volte può capitare di restare bloccati in una delle fasi , rimanendo prigionieri di vari malesseri. Sbalzi di umore, insonnia, perdita del’appetito, crisi di pianto, senso di affaticamento mentale e confusione, rabbia, rancore, sensi di colpa, depressione, apatia, ecc.
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La tortura del „Ti lascio ti prendo ti lascio“
Non sempre il partner „in fuga“ esprime in modo chiaro le sue intenzioni. Oppure il suo messaggio è chiarissimo ma noi non lo recepiamo oppure non lo ascoltiamo, rifiutando di vedere la realtà . Questo è una difesa dall’entrare in contatto con qualcosa che ci provoca emozioni che ci sembrano intollerabili . Troncare una relazione è difficile anche per chi si trova in posizione attiva, cioè per colui o colei che decide o provoca la rottura.
In genere le persone fanno fatica a comunicare cose scomode e dolorose. Il partner attivo, che appare come il più forte dei due, è confuso o preferisce mantenersi nell’ambivalenza alternando rifiuto, pentimento, ritorni, rifiuti… Questa altalena sembra fornirci una boccata d’aria, ma a lungo andare si rivela una tortura che ci fa sentire impotenti ed in balia dell’altro prolungando l’agonia di un amore finito.
Al di là delle parole, dei pentimenti, delle reiterate promesse quello che conta sono i fatti : se dopo una o più riappacificazioni tutto torna come prima è inutile sperare in un cambiamento. Forse lui o lei, pavidamente, aspetta che siamo noi a dire definitivamente basta.
Che cosa fare per uscire dalla trappola?
Le reazioni alla perdita di un amore variano da individuo ad individuo e dalle circostanze che hanno determinato la fine della relazione e se trattasi di una decisione agita, subita o condivisa.
Molte persone desiderano dimenticare l’ex partner o compagno di vita in pochi mesi e provano varie strategie. Qualcuno si dà alla pazza gioia nel tentativo di affrontare la vita con una prospettiva totalmente diversa da quella che aveva prima. Si butta in nuove imprese od avventure amorose seguendo il vecchio detto: “chiodo scaccia chiodo”.
Questa tecnica funziona per pochi e per poco, in quanto è impossibile costruire una nuova casa senza aver rimosso le macerie di quella vecchia.
Per evitare o alleviare il vuoto interiore qualcuno cerca un sollievo immediato attraverso l’abuso di cibo, droga, alcol, gioco, psicofarmaci, ecc. Ma queste “medicine” portano conseguenze per più gravi ed insidiose perchè alterano il tono dell’umore e modificano la percezione della realtà creando dipendenza.
Altri si caricano di rabbia portando avanti la „cura dell’odio“ verso il fedifrago: ripensano ossessivamente ai torti subiti e immaginano improbabili vendette. Anche questo atteggiamento non aiuta a superare il trauma subìto perchè impedisce la presa di coscienza di tutte le componenti che hanno portato alla crisi di coppia e successivamente alla rottura della relazione.
So di dire qualcosa che può sembrare cinico e crudele, ma il dolore, per essere superato, deve essere attraversato senza scorciatoie di sorta. E’ invece indispensabile dedicarsi a se stessi, con un nuovo lavoro, sport o hobby, amicizie ecc.
Solo accettando e dando un significato a quanto è successo (senza tralasciare le nostre responsabilità), sarà possibile vedere la luce in fondo al tunnel con una nuova forza ed autoconsapevolezza. Solo concentrandoci su noi stessi, sui nostri bisogni e sul nostro valore, si può guardare il presente ed il futuro con occhi nuovi. Questo atteggiamento ci renderà disponibili a nuovi incontri e ci faciliterà nella ricerca di una persona a cui dare il nostro amore senza riserve e senza i fantasmi del passato.
Se le nostre forze non bastano
Può succedere che, nonostante il passare dei mesi, non vediamo miglioramenti anche piccoli nel nostro stato d’animo e nel nostro atteggiamento . Permangono vari sintomi, come ad esempio difficoltà di concentrazione, disinteresse per qualsiasi cosa, ritiro in se stessi, perdita di autostima, senso di colpa ingiustificato, pensieri di autosvalutazione, visione pessimistica del futuro, mancanza di iniziativa e di progettualità, senso di solitudine e di abbandono, ecc.
Quando la situazione non sembra migliorare e ci rendiamo conto che le nostre risorse personali e l’aiuto di chi ci sta accanto non sono sufficienti, può voler dire che esiste un malessere più profondo e nascosto. Malessere che è stato riattivato e rinfocolato dall’esperienza di abbandono. Anche quando il recente fallimento è una riedizione di esperienze già vissute, è opportuno chiedere l’aiuto di uno psicologo psicoterapeuta esperto.
Questo aiuto specialistico è necessario per evitare che una condizione di prostrazione si trasformi in una patologia vera e propria.
FISSA UN APPUNTAMENTO CON LA DOTT.SSA TROMBONI PRESSO LA SEDE DI MONZA
Coloro che desiderassero un aiuto psicologico per superare una separazione o un abbandono possono contattare la dott.ssa Loredana Tromboni psicologa, psicoterapeuta, psicoanalista a Monza e Desio .