25 Mar VECCHIE E NUOVE DIPENDENZE
Fino agli anni ’90 si usavano termini come tossicodipendente, drogato, alcolista così come abuso di sostanze psicotrope, alcolismo, tabagismo, dipendenza da sostanze, bulimia, disturbi del comportamento alimentare, gioco d’azzardo, ecc Oggi queste parole rimandano tutte ad una macrocategoria: la grande famiglia delle dipendenze. Una famiglia in continua espansione.
I nuovi oggetti della dipendenza non sono le sostanze (droga, alcol, farmaci, caffeina, ecc) ma i comportamenti. La dipendenza non coincide più né col consumo né con l’abuso ma viene così definita ogniqualvolta è governata da comportamenti di tipo compulsivo. Per compulsione si intende una pulsione, cioè un impulso irrefrenabile, che provoca in un individuo un comportamento irrazionale, la cui mancata applicazione gli provoca angoscia
Di conseguenza – oppure a causa – dell’ampliamento del ventaglio dell’offerta (viene prima l’uovo o la gallina?) sono aumentati in modo esponenziale i soggetti delle dipendenze, che risultano presenti in tutte le fasce demografiche, soprattutto tra i giovani ed i giovanissimi ma anche tra gli anziani . Siamo un popolo di dipendenti!!
Oggi tutte le teorie e le prassi a livello mondiale convergono sui seguenti criteri per definire tutte le dipendenze patologiche:
- sono un fenomeno trasversale legato a fattori neuropsicologici, sociali, personali
- si parla di dipendenza quando le persone non sono grado di rinunciare a un comportamento che comporta dei rischi per sé o per la propria salute
- si parla di dipendenza quando le persone non sono grado di rinunciare a un comportamento che comporta dei rischi per sé o per la propria salute
- dietro all’utilizzo di ogni sostanza ci sono delle motivazioni inconsapevoli:
Ad esempio:
- quanto dietro l’uso di alcool può esserci il desiderio di perdere il controllo?
- quanto dietro l’uso di farmaci e/o sostanze ci può essere la cura di un dolore sia fisico che emotivo o il bisogno di essere prestanti? (nelle relazioni, nel lavoro, nello sport ecc.)
- dietro l’uso del tabacco ci può essere il desiderio di gestire lo stress?
- dietro il gioco d’azzardo si può nascondere la solitudine, o un pensiero magico, o un desiderio di riscatto?
- dietro le abbuffate davanti al frigorifero si può celare il desiderio di riempire i propri vuoti affettivi? Lo shopping compulsivo può coprire angosce e bisogni negati?
- dietro il bisogno di essere sempre connessi può esserci la paura di entrare in una relazione vera con l’altro da sè? Dietro la smodata attenzione ai like ci può essere il bisogno eccessivo di essere ammirati?
- dietro le dipendenze affettive ci può essere il terrore di restare da soli?
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